Abbiamo letto un bell'articolo su "I Siciliani Giovani" e qualche riga sulla pagina Fb di Matteo Iannitti che riprende l'articolo.
Ci si chiedeva come cotante autorità potessero intervenire a un'inaugurazione privata di un centro commerciale costruito sulle strutture di un vecchio centro ormai in disuso che alcune catene commerciali della grande distribuzione avevano abbandonato da qualche tempo.
Catene ovviamente che, dopo aver inebriato di offerte e non solo i catanesi e l'hinterland tutto, essendo stati tra i primi ipermercati sul territorio, vedendo calare i ricavi per via della concorrenza e per il fatto che i costi aumentano col tempo (dipendenti con maggiore anzianità, energia elettrica, e così via) e probabilmente esauriti i bonus d'insediamento in termini di tassazione e quant'altro, hanno preferito mollare. Stiamo parlando di colossi internazionali ormai assenti per scelta dalla nostra città, ma ben rimpiazzati da altri operatori spesso in franchising (cioè a loro rischio imprenditoriale) tant'è che siamo tra le città metropolitane con più strutture di vendita di questo tipo in Europa.
L'articolo ironizza sul fatto che probabilmente di giovedì, il giorno dell'inaugurazione, non vi erano altre "urgenze istituzionali".
E così tra un'offerta e un'altra, tra un fingher food e le famiglie accorse per gli acquisti, numerose le istituzioni presenti tra sindaci, non solo quello del Comune coinvolto che sarebbe giustificabile, vertici di forze armate, rappresentanti ministeriali, persino amministratori delegati di aziende pubbliche.
Precisiamo che per formazione non siamo contrari tout court a questo tipo di economia della GDO, avendo studiato gli albori degli hypermarket oltre trent'anni fa, quando studenti in Erasmus studiando e facendo workshop sul tema ci si aprì un mondo che ancora in Italia era un sogno, mentre in Francia s'intestavano le innovazioni della distribuzione in generale e in particolar modo di quella alimentare.
Ma i francesi, li conosciamo... era la scoperta dell'acqua calda.
I problemi non sorgono lì, in teoria e all'inizio, è tutto bello, e lo è fino a un certo punto, quando qualche nodo viene al pettine.
Il tipo di produzione che c'è alle spalle, intensiva, inquinante e con effetti sugli animali, lo spreco, i rifiuti (imballaggi, plastiche, etc.), la vendita e l'assuefazione della gente a prodotti che si allontanano sempre più dalla genuinità dei prodotti iniziali e artigianali, la corsa all'offerta anche quando non hai necessità di quel prodotto (consumismo sfrenato), necessità di esserci sempre e quindi, sempre aperti, con buona pace dei lavoratori, insomma di argomenti per cercarne un uso più consapevole e moderato ce ne sono abbastanza, con in più tutto quel mondo che gira attorno a così grandi centri economici e finanziari che fanno gola a organizzazioni malavitose e così via.
Non ultimo la guerra tra gruppi economici del settore che oltre alle ripercussioni sociali sui dipendenti, alla fine rimangono coinvolti in una battaglia al ribasso (di prezzi e qualità) tra loro, con qualcuno che col cerino acceso in mano ci deve pur rimanere, fallendo per via della liquidità insufficiente, per l'incapacità di produrre ricavi adeguati, per le attenzioni malavitose pressanti... e così via. L'ideale sarebbe un equilibrio virtuoso, ma si sa gli appetiti vengono... e questo è un altro discorso!
Lungi da noi quindi, non accogliere positivamente la decisione imprenditoriale personale del gruppo di cui trattasi, come nell'occasione è avvenuto, ma conoscendo la materia non vediamo nulla di nuovo all'orizzonte.
Certo, una zona riqualificata che era ormai ridotta al lumicino riacquista vitalità con buona soddisfazione dei cittadini e delle autorità del luogo. Un altro ciclo economico che si apre. Punto.
Ma ritorniamo al tema che ci sembra più interessante. La presenza di autorità e istituzioni. La necessità della discussione si pone grazie a un commento di un amico su fb, che testualmente recitava: «E allora quale sarebbe il problema? Ma dio santo ma possibile che ogni cosa è buona per generare polemica? Tutte le autorità erano lì per celebrare una delle eccellenze imprenditoriali catanesi e allora?»
Caro amico, te lo spiego in un attimo cercando di sintetizzare. Del resto tu hai una preparazione e un percorso universitario concluso in un Ateneo Statale, e non certo di quelli raccattati on-line.
Vi sono delle figure istituzionali che si rifanno a compiti e funzioni essenzialmente pubbliche (ma questo non vuol dire che i privati possano/debbano fare il contrario) che esigono ragioni di opportunità e comportamenti da seguire.
Sono funzioni a tutela della collettività, dell'interesse comune, della legalità che a volte si scontrano con l'interesse privato.
Questo obbliga - a parere dello scrivente - a non tenere comportamenti tali che possano imbarazzare le funzioni anzidette, e a tenere mente e braccia assolutamente agnostiche rispetto a quel che succede intorno. Ciò, non solo per il passato ma anche e soprattutto in funzione del futuro.
Vedi, la storia di Catania parla chiaro, e non è possibile avvicinarsi troppo a crinali di confine tra la legalità e l'altra parte.
Faccio un esempio intuibile a tutti, anche al non preparato scolasticamente.
Che credibilità avrebbe un arbitro che partecipa a manifestazioni/feste o cene di questa o quella società di calcio. Che attendibilità avrebbe un giornalista che frequenta quello o questo salotto, buono o no che sia. Che affidabilità avrebbe un atleta che frequenta ora quella discoteca ora quell'altra, se non che alla prima prestazione negativa si direbbe che pensa a divertirsi e a far notte.
Avrei gradito la presenza delle autorità in questione presso il locale di quell'imprenditore della ristorazione, un artigiano al confronto, che nonostante denunce e comunque per motivi risibili, un'auto messa male, ha subito un attacco personale fisico violento, un'aggressione in piena regola, forse anche vivo per miracolo, proprio innanzi a un Palazzo delle Istituzioni di Catania.
Insomma, cerchiamo di condividere un po' tutti, un ordine di priorità.
Questa è solo un'opinione ma credo sia sensata.
Fosse stata l'inaugurazione di un'opera pubblica coinvolgente l'attività delle istituzioni in questione, in tema di mafia, sicurezza, tangenti, avrei potuto capire.
Così no, non riesco a capire del tutto. Ricordando e prendendo insegnamento dal passato.